Nov 23 2023

Settimana del Rispetto 2023, dal 20 al 26 novembre: a Orsenigo la conferenza di presentazione

Settimana del Rispetto 2023, il Comune di Orsenigo accoglie la conferenza stampa di presentazione.

Mercoledi 15 novembre presso la sala civica di via Leopardi i vari referenti delle Associazioni e dei Comuni coinvolti sono intervenuti per illustrare gli eventi in programma, presentare il senso e l’importanza della Settimana del Rispetto, dal 20 al 26 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, volta a promuovere iniziative e a sensibilizzare l’opinione pubblica sul rispetto e sul contrasto alla violenza di ogni genere.

Per la settimana del Rispetto è stato realizzato un logo, una rosa rossa che sarà itinerante e presente in ogni luogo dove si svolgeranno le iniziative previste.

Per l’occasione il Comune di Orsenigo, che insieme agli altri Comuni prenderà parte al flash mob di sabato 25 novembre, ha organizzato un “Percorso di scarpe rosse” nel piazzale antistante Sale civiche, Ambulatorio e Ufficio postale, nei pressi delle due panchine rosse, per valorizzarle e sottolinearne la valenza simbolica nella battaglia  contro la violenza sulle donne. Il percorso ha accompagnato i  partecipanti verso l’ingresso della sala in cui si è tenuta la conferenza.

Per ricordare…  Le scarpe rosse come simbolo del 25 novembre, e per estensione della lotta alla violenza di genere, con il loro forte potere evocativo rappresentano la battaglia contro i maltrattamenti e femminicidi in diversi paesi del mondo. La storia delle scarpe rosse inizia in Messico, a Ciudad Juárez, città tristemente nota per il numero sconcertante dei femminicidi avvenuti negli ultimi vent’anni. È proprio per ricordare le donne vittime di violenza che un’artista messicana, Elina Chauvet, il 22 agosto 2009 posizionò in una piazza della città 33 paia di scarpe femminili, tutte rosse. L’idea di Chauvet nacque per la necessità di accendere i riflettori sul dilagante fenomeno, ma anche per ricordare la sorella, assassinata dal marito a soli vent’anni. 33 paia di calzature, tutte diverse l’una dall’altra ma accomunate dal colore rosso, lo stesso del sangue, e dal fatto di essere prive delle loro rispettive proprietarie, scomparse a causa di una violenza innegabilmente sistemica: la potenza dell’immagine non poteva lasciare indifferenti. L’installazione Zapatos Rojos ebbe un’eco fortissima nel Paese e in seguito nel mondo. La simbologia della scarpa rossa fu immediatamente adottata anche in altre zone del paese e arrivò in un attimo a superare i confini nazionali. L’opera simbolica venne replicata in Argentina, in Ecuador, in Brasile, in Perù, negli Stati Uniti, in Canada, e attraversò l’Oceano arrivando in diversi paesi d’Europa, tra cui l’Italia.

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